Recensione Taking Dawn - Time to Burn - Metallized.it (2024)

Grande, grandissimo, un album fantasticamente coinvolgente e fresco, ascoltando il quale è impossibile rimanere fermi…….. se solo fosse uscito nel 1985.
I Taking Dawn fanno Glam e vengono da Las Vegas, forse la città migliore per plasmare una musica fatta di luci, cori, melodia, sesso e via citando tutto il corredo che rese famosi Motley Crue -la più evidente fonte di ispirazione di questi ragazzi- Ratt, Skid Row e compagnia suonante, ma niente lustrini e paillettes, lasciati alle spalle al contrario della musica ed in più una certa dose di anti-religiosità nei testi.

Time to Burn è un concentrato di puro Rock’n’Roll vizioso ed anthemico, ed è proprio questo che in definitiva è questo album: un ininterrotto susseguirsi di R’n’R Anthems ascoltando i quali è semplicemente impossibile rimanere fermi, e poco importa se nel medesimo non si incontra altro che una serie ininterrotta di citazioni e rimandi ai gruppi che ho citato prima e ad almeno altri tre o quattro tra i più famosi degli anni 80, perché queste citazioni sono fatte dannatamente bene, e così non si può fare altro che seguire il ritmo di Time to Burn e Like a Revolution,, ed anche quando i chorus che sono il vero trademark dei Taking Dawn si fanno smaccatamente commerciali come in Take me Away e So Loud non si può fare a meno di notare come la suddetta commercialità sia sempre semplicemente irresistibile.

Si prosegue con Save Me, un altro pezzo da delirio on stage, e poi con una rock ballad che –incredibile, ma vero- non riesce a risultare insopportabile alle mie orecchie nonostante la sua appartenenza ad un genere che di solito non reggo.
Più ricca di pathos Godless, ma anche questa dotata del solito ritornello più che indovinato, solo un po’ più malinconico degli altri a causa dell’impianto generale del pezzo, ma è solo un momento, poi si ricomincia con un nuovo tuffo negli anni 80 e nell’ispirazione made in Motley Crue di Fight 'em With Your Rock, ancora un brano che trova il suo senso pensando ad incendiari concerti muniti di birra e girls a profusione, anche se a questo proposito la band dichiara testualmente: ”Non beviamo molto, non fumiamo e non prendiamo droghe. Ci interessano solo la musica e le ragazze!”
E se il discorso è valido per Fight 'em With Your Rock, lo è ancora di più per Never Enough, se possibile ancora più catchy.
Devo necessariamente ripetermi, ma anche la seguente Endlessly gode delle stesse prerogative di uno qualunque delle songs citate in precedenza., ed è solo con la conclusiva The Chain che lo stereotipo di Time to Burn viene smentito da un rock-blues acustico molto anglo-americano, (anche perché è una cover dei Fleetwood Mac), che però non manca di proporre grande melodia e facilità di presa sull’ascoltatore.

Tirando le somme non posso incensare più di tanto questo Cd a causa del fatto che non fa altro che riprendere e riproporre schemi e soluzioni in auge già a metà degli anni 80 non aggiungendo nulla di proprio se non una incredibile facilità nell’azzeccare cori ad effetto, il tutto con la conseguente riserva sulla durata nel tempo dell’album , probabilmente troppo esposto al rischio di “già sentito” per farla franca più a lungo di tanto, ma non posso far a meno di rilevare come ormai l’abbia ascoltato parecchie volte, ed il piede continua ancora a muoversi fin dalle prime note del primo pezzo causandomi anche una eccessiva euforia alla guida poco apprezzata dai vigili della mia città che mi induce a pensare che forse potrebbe anche sopravvivere un po’ più di quel che si potrebbe pensare a prima vista.
Insomma….It’s only Rock’n’Roll, but I Like It.

Francesco Gallina "Raven"